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Una sedia é il motivo dei quadri di Cesare Bruno. Una sedia di paglia, dallo schienale alto, che se può suscitare con le sue strutture rigide ritmi geometrici anche per la percussione del colore, però desta del pari improvvisi e ferali riferimenti a strumenti di tortura. Ha ragione Ernesto Caballo quando scrive (....) di non lasciarsi prendere dall’apparente tranquillità di questi quadri. Quando le sedie si infittiscono e invadono a schiere l'orizzonte, non è più un ritmo inseguito, ma una catena, quasi un sinistro reticolato che si snoda e recinge la terra a ribattere il senso di estraneità e di solitudine che tutti ci assilla. Direi che questa impressione si dilata non tanto per l’ossessiva ripetizione dell'oggetto, quanto per la nettezza con cui diventa segno e colore, e quindi immagine matura di espressività.
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